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28/11/2018 - Arte e storia lungo le salite che portano al Castello

SERALE

Il Castello di Brescia è una fortezza di origine medievale ricca di storia e cultura, divenuta nel tempo uno dei simboli principali della città e attrazione per i numerosi turisti che giungono nella nostra provincia.

Dall'alto del colle Cidneo, sul quale sorge, domina incontrastato il panorama cittadino e con la sua imponente massa di pietra attira l'attenzione di coloro che arrivano a Brescia da qualsiasi direzione.

La fortificazione è situata a ridosso del centro storico e per questo motivo è raggiungibile attraverso numerose strade, vicoli e scalinate che dalla città bassa si elevano e giungono sino alla sommità del colle. Chissà quante volte abbiamo percorso queste vie senza sapere che cosa esse nascondano, offuscate dalla maestosità e dall'imponenza del Castello che si erige sopra di loro; ognuna di queste in realtà racchiude al proprio interno curiosità e storie sconosciute ai più, ma che meritano indubbiamente di essere raccontate ed approfondite.

Una delle principali vie d'accesso che dalla città arriva alle sommità del monte Cidneo parte da piazzetta Tito Speri e prosegue lungo Contrada Sant'Urbano, per poi immettersi in via Alexander Langer. Questo percorso è ricco di elementi storici che sono legati indissolubilmente alla gloriosa storia di Brescia. In modo particolare l'attuale Contrada Sant'Urbano è stata teatro principale degli scontri avvenuti durante le X Giornate di resistenza contro i soldati austriaci che opprimevano la città. Non a caso il percorso che porta in Castello comincia da piazza Tito Speri, intitolata ad uno dei principali eroi del Risorgimento italiano e protagonista della rivolta organizzata dai cittadini bresciani nel marzo del 1849. Proprio verso questa zona erano rivolti i principali attacchi degli austriaci, asserragliati nel Castello nella speranza di difendersi dall'assalto dei rivoltosi bresciani che tentavano di arrivare alla fortezza attraverso l'unica strada allora percorribile. La chiesa di Santa Maria delle Consolazioni, situata nell'omonima piazzetta lungo la contrada Sant'Urbano, si trasformò, per l'occasione, in una roccaforte del popolo e fu sede di numerosi scontri e massacri. Proprio a seguito di questi avvenimenti l'edificio riportò gravi danni sia alle pareti esterne che all'interno, ma ad oggi, nonostante i numerosi rifacimenti, rimane uno degli edifici religiosi più antichi della città.Santa_maria_delle_consolazioni Un'altra vicenda legata a Santa Maria delle Consolazioni riguarda un musicista bresciano vissuto nella seconda metà dell'800. Pietro Corvi era un insegnante di canto corale e si dedicava in maniera particolare ai giovani, che istruiva con passione avvicinandoli alla musica e al culto del bello. Visse una vita appartata consacrata interamente al bel canto, facendosi amare da tutti i suoi allievi che, per ricordarlo e ringraziarlo per la sua attività educativa, fecero erigere un'iscrizione in suo onore riprendendo un brano tratto dal suo testamento, e la collocarono proprio nella piazzetta della chiesa di Santa Maria, dove spesso il signor Corvi animava le funzioni religiose con i suoi coristiAnche la sanguinosa storia del Novecento ha lasciato dei segni indelebili lungo contrada Sant'Urbano: se ci soffermiamo ad osservare con attenzione il civico n.11 potremo, infatti, notare  una "R" disegnata sulla parete della casa corrispondente; si tratta di un simbolo che durante la II Guerra Mondiale avvisava i cittadini che in quell'edificio si trovava un rifugio antiaereo dove poter trovare riparo durante i bombardamenti dei nemiciIl percorso che da piazza Tito Speri risale verso il castello è denominato anche "Salita della memoria". Questo appellativo è dovuto alle numerose formelle che si trovano sull'asfalto lungo la via, in ricordo delle vittime di violenza politica e terrorismo. Un itinerario che parte idealmente da Piazza Loggia, con il monumento in ricordo delle 8 vittime dell'esplosione del 28 maggio 1974, e prosegue lungo la strada che porta alla cima del colle Cidneo con oltre 100 formelle incise con i nomi e la data di morte di uomini politici, studenti, magistrati, rappresentanti delle forze dell' ordine che hanno perso la vita durante i difficili  "anni di Piombo".

Un'ulteriore via d'accesso al Castello è quella che da Piazzale Arnaldo risale lungo il rettilineo di via Brigida Avogadro e poi prosegue in una serie di tornanti alberati che conducono a via del Castello. Anche questo percorso è ricco di storia e offre "gioielli" che difficilmente vengono notati se si percorre questa strada in macchina. Lungo via Brigida Avogadro è presente un monumento eretto nel 1500 a ricordo dei santi protettori della città. Si tratta di una stele raffigurante i Santi Faustino e Giovita, vestiti da cavalieri e armati di spada, mentre difendono Brescia dall'invasione dei milanesi avvenuta nel 1438, come racconta la leggenda. Risalgono al periodo romano invece alcuni resti di pietre lavorate e il tracciato di parte delle antiche mura cittadine vicino a Piazzale Arnaldo, lungo la sezione iniziale del rettilineo, rimaste immutate lungo questo tratto sin dall'epoca romana. San_Pietro_in_Oliveto,_BresciaAltre testimonianze di architettura romana disseminate lungo Via Brigida Avogadro e via del Castello sono rappresentate dalla Porta Sant'Eusebio, l'antica porta della cinta muraria che circondava la città, e dai resti dell'acquedotto che da Lumezzane giungeva fino a Brescia. Vicino ai resti della porta di Sant'Eusebio sorge la bellissima chiesa di S. Pietro in Oliveto, annessa all'omonimo monastero oggi gestito dai frati carmelitani scalzi. Fondata nell'VIII secolo, nel corso della sua lunga storia ha visto l'avvicendarsi di diversi ordini religiosi, che la hanno arricchita di numerose opere d'arte; fu più volte sottoposta ad interventi di restauro e nel 1122 subì addirittura una ricostruzione totale. Oggi presenta una facciata frutto di un rifacimento rinascimentale, mentre all'interno è a navata unica con cupola all'incrocio dei bracci e cappelle laterali incassate entro archi a tutto sesto su colonne. Sul fianco destro sorgono ancora oggi due chiostri, uno di piccole dimensioni e uno maggiore, risalenti alla prima metà del Cinquecento.RAP_cristo06 Da via Musei, un’altra strada conduce al Castello passando da via Piamarta sulla quale si affaccia la Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo. Inaugurato nel 1501, l'edificio religioso è annesso al complesso monastico, oggi, sede dei missionari Saveriani. Alla semplicità della facciata esterna, che conserva gli originali tratti gotici, si contrappone la sfarzosità e la ricchezza delle decorazioni interne; in particolare colpisce per la sua maestosità il vasto ciclo di affreschi che ricopre la navata, realizzato nel 1565 da fra' Benedetto Marone dell'ordine dei Gesuiti, il quale ha sviluppato un progetto iconografico volto a rappresentare il tema della salvezza che si compie attraverso il Corpo e il Sangue di Cristo.
Oltre che a preziose testimonianze storiche, le salite verso il Castello offrono una spettacolare visuale panoramica di Brescia. Salendo dalla zona San Faustino e imboccando via del Castello, sulla destra si aprirà uno scenario mozzafiato con la visuale completa della città dall'alto, dominata dalla maestosa cupola del Duomo Nuovo con i suoi 91 metri di altezza.

Elena Pasini

Per saperne di più:

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Guida di Brescia
- Brescia racconta
- Brescia. Il castello
- Lungo le vie di Brescia